Vicini al periodo di vacanze, fra diverse ricerche di località e costi di posti in cui recarsi, ci si dimentica della sicurezza.

Lasciando in casa oggetti, mobili, effetti personali, ma anche elettrodomestici e altre cose di valore, non consideriamo mai cosa potrebbe accadere.

Per tale ragione è importante controllare tramite videocamere cosa potrebbe succedere in caso di “ospiti indesiderati”.

 

Controllo e sicurezza prima di partire

Partire dovrebbe essere un piacere indiscusso. Per far ciò, però, è necessario detenere il controllo di quello che lasciamo a casa, e per far ciò è necessario verificarlo a piacimento.

Tramite le videocamere di sicurezza, infatti, è possibile controllare da lontano gli ambienti interni ed esterni della casa, controllando eventuali intrusioni.

 

Tramite app innovative, inoltre, è possibile ricevere la chiamata al campanello di casa direttamente sul telefono, rispondendo immediatamente, indipendentemente dal luogo in cui vi troviate.

 

In caso di pacchi, è possibile aprire il cancello indicando di lasciare il pacco in un determinato posto, controllando tutti i movimenti del corriere. Dopodiché è possibile richiudere automaticamente il cancello, salutando anche il corriere. Il tutto senza la vostra presenza in casa: comodo, no?

 

Impianto domotico di videosorveglianza

Tutto questo può essere effettuato con la semplice installazione di un impianto elettrico domotico, che ha anche il vantaggio di essere un impianto ad elevato risparmio energetico.

Infatti, basato su sistemi ad elevata sostenibilità, permette una lunga durata e basse emissioni di campi elettromagnetici, quindi considerato biocompatibile e salutare per la famiglia.

Infine, grazie alla possibilità di detrazione fiscale è possibile farlo rientrare nei lavori di ristrutturazione con detrazione fino al 110% fino al 2021.

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Niente più elettrosmog: numerosi studi epidemiologici hanno mostrato un aumento del fattore di rischio di alcune patologie nelle persone la cui occupazione e le cui abitudini di vita comportavano una continua esposizione alle radiazioni ionizzanti.

 

Niente più elettrosmog: modifiche essenziali

Grazie alla crescita e diffusione delle abitazioni bio-compatibili, vi è una maggiore richiesta nell’effettuare delle modifiche affinché risultano tali.

Vi sono dei criteri di sicurezza da applicare (secondo la legge 46/90), che permettono di limitare l’esposizione umana al cosiddetto elettrosmog.

Queste modifiche prevedono innanzitutto la realizzazione di impianti elettrici lontani dalle zone di maggiore soggiorno, ad esempio la camera da letto, oltre alla necessità di ridurre il più possibile la presenza di arredi metallici.

 

Dopodiché è importante sezionare l’impianto elettrico in zone differenti, per bilanciare gli assorbimenti con il sezionamento delle reti e conseguente minimizzazione del campo magnetico.

 

L’ultima fase prevede  l’analisi dei percorsi da occupare con l’elettrificazione, oltre alla collocazione in luoghi secondari del quadro di distribuzione, opportunamente schermato.

Anche i flessibili dell’elettrificazione vanno sistemati a distanza da letti e zone di lunga sosta come tavoli e divani.

 

Tutto ciò permetterà di costruire una “base solida” per una casa bio-compatibile.

 

 

Elettrosmog: campi elettromagnetici

Nonostante si pensi che le abitazioni siano sicure, viviamo con la presenza costante di campi elettro-magnetici che non sappiamo nemmeno esistano.

 

Esempi dei principali campi elettromagnetici casalinghi sono sicuramente:

  • Elettrodomestici
  • Metodi per l’illuminazione degli ambienti
  • Elettrificazione strutturale
  • Abitazioni adiacenti
  • Cabine di trasformazione
  • Condutture dell’alta e media tensione, ponti di trasmissione RF

 

L’esempio più comune è quello degli elettrodomestici, a cui prestiamo poca attenzione.

Gli elettrodomestici, infatti, emettono campi elettromagnetici non appena messi in funzione, senza considerare che molti rimangono in funzione h24.

 

Ovviamente vi sono delle variabili da considerare, come la durata dell’esposizione, l’intensità del campo elettromagnetico generato, e la distanza dal corpo umano.

 

L’utilizzo di lampade a led permette una notevole riduzione dei campi elettromagnetici generati, in quanto meno intensi.

 

Il bioelettroimpianto

Il bioelettroimpianto è un impianto elettrico semplice che si adatta molto bene ai criteri delle case bio-ecologiche.

Si tratta di un elemento molto semplificato, pratico nella manutenzione e che permette di semplificare
e minimizzare le interferenze elettriche e magnetiche causate da un’impiantistica non sensibile alla bioelettrocompatibilità.

 

Il bioelettroimpianto permette:

  • Controllo del campo elettrico e magnetico
  • Altezze, posizioni e percorsi specifici
  • Tecnica dell’elettrificazione con tre circuiti di controllo
  • Disgiunzione tripolare centralizzata e/o bipolare locale
  • Tecnica di schermatura del campo elettrico e magnetico con semplici sistemi di controllo

L’ impianto verrà suddiviso in zone sezionabili dai disgiuntori automatici come
segue: zona notte, zona giorno, zona di servizio.

Vi sono numerosi elementi da considerare nell’bioelettroimpianto, come ad esempio le sezioni minime ammesse, oppure il rispetto delle normative comunitarie europee. Ovviamente penserà a tutto il tecnico incaricato.

Il bioelettroimpianto, in ogni caso, vi permetterà di vivere in abitazioni che non presentino potenziali pericoli di esposizione all’elettrosmog, misurabile tramite misuratore di campo E.M., per valutare i livelli di rischio a cui si è esposti quotidianamente.

 

 

Regole di base da seguire

In sintesi le regole di base da seguire sono quattro:

  • distanza di sicurezza dalle fonti di elettrosmog
  • limitazione del tempo di esposizione
  • schermatura dell’impianto con disgiunzione bipolare e tripolare della rete
  • semplificazione dell’assetto dell’impianto elettrico, necessaria per ridurre interferenze

 

Altri spunti interessanti potrebbero essere la riduzione di strumenti elettrici in casa, specie se non utilizzati; oppure la sostituzione dell’impiantistica obsoleta con quella di nuova generazione, sicura, sana e biocompatibile.

 

Molti osservatori pensano che la crisi economica dovuta alla pandemia mondiale di Coronavirus non avrà effetti negativi sulle auto elettriche.

 

Coronavirus e crisi economica non fermeranno le auto elettriche

Volkswagen Id.3 pronte per la consegna in un piazzale della fabbrica di Zwickau (credit Mario Cianflone)

L’auto elettrica, di fatto più cara delle auto tradizionali, viene considerata “spacciata” da alcuni grandi studiosi internazionali.

Tutto questo per un semplice motivo: con il Coronavirus a danneggiare i consumi e i colossi industriali, “piccole imprese” come le nuove case automobilistiche elettriche possono subire un tracollo non indifferente, specialmente perché erano in fase di “lancio.

Se a questo si aggiungono ingenti investimenti nelle infrastrutture di ricarica, si capisce il perché di questi pareri.

 

Sarà sufficiente, però, una crisi del genere per stoppare il futuro “green” del settore automobilistico?

 

 

I pareri dello schieramento opposto

Tutto ciò, però, non convince gli esperti dello schieramento opposto, secondo cui il futuro sarà inevitabilmente green.

 

Questo è dovuto ai notevoli investimenti fatti dalle case automobilistiche sul settore elettrico, fortemente sostenute dalle politiche ambientali internazionali, al fine di un marcato ridimensionamento delle emissioni di CO2 nel mondo.

 

A confermare questo trend positivo è la positività dei mercati: a fronte del -85% del mercato “tradizionale” delle auto in Italia, le auto elettriche hanno avuto invece segnali positivi.

A confermare ciò anche Germania, Francia e Regno Unito.

 

Tutto questo va a confermare le tesi rialziste su un futuro elettrico, grazie anche alla forte spinta della politica internazionale.

Se si aggiungono anche forti investimenti sulla ricarica rapida e sulla guida autonoma, si può intuire che si tratta anche di un futuro sempre più “elettrico”, con il lento declino delle normali auto a combustibile.

 

Inevitabilmente sarà necessario passare verso un futuro più elettrico, pena il futuro del pianeta.

Tuttavia, potrebbe essere necessaria una transizione graduale, con auto “ibride” che man mano diverranno sempre più elettriche.

Il futuro è senza alcun dubbio green, indipendentemente dalle opinioni negative.

Impianto domotico: funzionamento e applicazioni

L’impianto domotico per uso abitativo è quel Sistema strutturale e funzionale che consente l’impiego di tecnologie e dispositive adatti tramite il quale l’utente attiva e gestisce,anche a distanza , l’automazione degli impianti di casa.

Le Principali applicazioni sono:

Illuminazione: gestione accensione, spegnimento, regolazione delle luci in funzione della presenza di qualcuno nell’ambiente;

Controllo dei carichi di assorbimento corrente:

Monitoraggio e gestione dei carichi di corrente in funzione del risparmio energetico e della prevenzione di blackout da sovraccarico;

Termoregolazione e riscaldamento con la possibilità di accendere, spegnere e regolare la temperatura in ogni parte dell’abitazione

Impianti di allarme, videosorveglianza, controllo elettrodomestici ecc, praticamente qualsiasi utilizzatore presente nella nostra abitazione, con la possibilità di avere il comando da fonte remota ovunque ci si trovi.

Tutte queste funzioni possono essere attivate da dispositive come telecomandi, comandi vocali o a pulsante, applicazioni smarphone

 Vantaggi impianto domotico:

Risparmio sui consumi grazie alla gestione ottimale delle diverse fonti energetiche;

Controllo totale sugli ambienti interni ed esterni(grazie ad un pannello touch screen)

Possibilità di controllo a distanza tramite tablet o smarphone;

Costo delle apparecchiature sempre più vantaggioso;

Estensione della detrazione Fiscale 65% per gli impianti domotici.

La presenza di un impianto domotico aumenta il valore immobiliare della nostra casa.

 

Al fine di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili nei prossimi anni, non solo dobbiamo trovare fonti di energia alternative ma dobbiamo soprattutto limitare il nostro consumo energetico. Bisogna dirigersi, quindi, verso l’efficienza energetica.

 

Efficienza energetica perché?

Fino a pochi anni fa considerato un problema puramente ambientale, tale concetto sta sempre più delineandosi anche come una questione economica.

 

L’investimento iniziale negli edifici copre solamente meno del 20% dei costi a lungo termine. I principali costi a lungo termine sono correlati all’attività e alla manutenzione degli edifici e il consumo energetico negli edifici incide in larga misura sul costo di funzionamento.

L’illuminazione è di certo la principale fonte di benessere per gli utenti, ma è anche un elemento che incide fortemente sul dispendio energetico: due buone ragioni per gestire la situazione e ottenere risparmi energetici rilevanti.

 

In una installazione residenziale o commerciale l’illuminazione convive con altre fonti di benessere la cui gestione intelligente può contribuire a limitare ulteriormente il dispendio energetico.

 

 

Perché è necessario gestire consapevolmente l’illuminazione e le utenze di un impianto?

I requisiti previsti dai regolamenti sugli impianti termici degli edifici hanno portato a miglioramenti significativi in termini di isolamento, con effetto di un minor consumo energetico per il riscaldamento e il condizionamento dell’aria.

L’illuminazione (in media il 26% del consumo) rappresenta un fattore cruciale sul consumo negli edifici residenziali e commerciali.

Al fine di contenere i costi di gestione e ridurre i consumi, si possono valutare diverse alternative:

– Usare lampade a led.

– Accendere le luci solo quando necessario.

– Adeguare il livello di illuminazione secondo le necessità.

– Identificare le specifiche esigenze di illuminazione.

 

 

L’efficienza energetica ed il risparmio

Tutto ciò non riguarda però esclusivamente l’illuminazione. In ogni edificio residenziale e commerciale sono presenti numerose altre fonti di consumo (elettrodomestici, condizionamento, a volte il riscaldamento elettrico) che spesso non hanno la necessità di funzionare contemporaneamente.

 

L’utilizzo intelligente di queste utenze (ad esempio escludendole quando non necessarie), permetterebbe un notevole risparmio dal punto di vista economico.

Anche limitarne il funzionamento in fasce orarie a tariffe agevolate può avere conseguenze positive su risparmio energetico ed economico.

 

L’illuminazione, invece, rappresenta fino al 40% del consumo di elettricità negli uffici. Dopo un anno, 10 minuti di illuminazione superflua, 3 volte al giorno, corrispondono a 5 giorni di illuminazione continua.

 

Vantaggi per l’utilizzatore

I vantaggi per l’utilizzatore riguardano indiscutibilmente il risparmio energetico ed economico.

 

Sottoscrivendo contratti di potenza inferiore, ed utilizzando utenze non prioritarie in fasce orarie a tariffe agevolate, è un primo importante passo da fare per migliorare l’efficienza energetica (e quindi economica).

 

Inoltre, tutto ciò permette di eliminare il rischio di intervento sull’interruttore generale dell’impianto, in caso di superamento della potenza contrattuale. Quindi il rischio blackout.

 

 

Vantaggi per l’installatore

Proponendo al proprio cliente una soluzione per la gestione efficiente dell’impianto, avrà conseguenze sul risparmio energetico ed economico.

In questo modo il cliente risulterà contento del miglioramento dell’efficienza energetica e di conseguenza risulterà felice dell’investimento fatto.

 

Inoltre, per evitare rischi di blackout, è possibile proporre l’utilizzo del relè gestione carichi.

 

Relè gestione carichi

Il relè gestione carichi misura la corrente assorbita da tutto l’impianto.

Il tutto avviene direttamente, attraverso 2 fili per il contatore elettronico (abitazioni recenti), o attraverso un trasformatore di intensità per il contatore elettromeccanico (abitazioni meno recenti).

 

In caso di consumo eccessivo, disconnette i circuiti non prioritari sia per mezzo di un filo pilota, se compatibile con il riscaldamento elettrico, sia tramite contattori. In pratica “taglia” l’utilizzo di corrente.

 

I relè gestione carichi consentono di utilizzare in modo ottimale la potenza contrattuale installata, evitando interventi indesiderati del limitatore del gestore, con conseguente blackout dell’impianto.

 

I relè gestione carichi, sostanzialmente, controllano costantemente che la potenza assorbita dall’impianto non ecceda la potenza contrattuale installata disinserendo automaticamente le utenze ritenute non essenziali, ed evitando così il blackout dell’impianto.

 

Il tutto avviene tramite la disinserzione istantanea delle utenze in eccesso, con re-inserzione graduale in base alla priorità.

Inoltre vi è la disinserzione a rotazione delle utenze con pari grado di priorità.

 

Gli effetti del relè gestione carichi riguardano sia i benefici economici, con una diminuzione delle spese energetiche; sia i benefici ambientali, con riduzione del consumo di energia elettrica e di conseguenza riduzione delle emissioni di CO2.

Di questi tempi si sente sempre più parlare di impianti elettrici Bio-Compatibili. Andiamo ad analizzare di che si tratta.

 

IMPIANTI ELETTRICI BIO-COMPATIBILI NELL’ERA MODERNA

Nell’era moderna, senza il supporto dell’energia elettrica non è possibile “continuare”.

A prescindere dall’apparecchio utilizzato, vi è sempre una relazione con l’energia elettrica, direttamente o indirettamente.

L’unico modo di comprendere tutto ciò è in caso di blackout: in assenza dell’elettricità, tutto risulta fermo, buio e silenzioso. Smarrimento e impotenza sono le principali sensazioni provate, in quanto abituati a un mondo basato sull’elettricità.

 

Come muoversi nel campo degli impianti elettrici Bio-Compatibili?

A causa della sempre maggiore richiesta di energia elettrica, causata a sua volta da un aumento dell’utilizzo di apparecchiature elettriche (sia a livello industriale, sia a livello civile), è stato necessario costruire nel tempo numerose centrali elettriche e termoelettriche.

Questo ha comportato un aumento della rete di distribuzione, quindi anche più trasformatori, elettrodi, reti in linea aerea, tralicci, e altre componenti necessarie.

 

L’altro lato della medaglia, purtroppo, riguarda la qualità della vita: l’aumento di queste componenti, ha portato inevitabilmente ad aumentare l’inquinamento (diretto e indiretto), con conseguenze negative sia per la salute, sia per l’ambiente che ci circonda.

 

Nonostante non sia attualmente possibile eliminare il problema dell’elettrosmog, è comunque possibile ridurre l’intensità dei campi elettromagnetici presenti all’interno delle nostre abitazioni, portandoli a limiti accettabili per la nostra salute, pur senza rinunciare alla comodità dell’energia elettrica.

 

Per tale ragione, possiamo parlare di impianti elettrici Bio-Compatibili.

 

I pericoli derivanti dalle zone con elevato campo elettromagnetico dipendono principalmente dal tempo di sosta e dai valori della corrente elettrica di passaggio nei conduttori.

Sapendo questo, è possibile intuire che gli elementi più “rischiosi” sono i grossi elettrodomestici, come lavatrice, forno e lavastoviglie ad esempio, e che il “rischio” è limitato durante il loro funzionamento.

In realtà, però, durante la fase di inattività (quindi quando sono spenti), vi è sempre un passaggio di tensione, portando alla creazione di un campo elettrico permanente.

 

Come viviamo dentro le nostre abitazioni?

Esistono numerosi accorgimenti utili che possono permetterci di ridurre al minimo i campi elettromagnetici presenti all’interno delle nostre abitazioni.

 

Qualora si trattasse di una nuova abitazione (o ristrutturazione), quindi in caso di realizzazione di impianti elettrici totalmente nuovi, è possibile ridurre o addirittura annullare il passaggio di campi elettromagnetici permanenti.

Durante la posa delle tubazioni per il contenimento dei cavi elettrici, è possibile disporre le condutture a raggiera, evitando il modo circolare.

Inoltre, bisogna evitare i passaggi nelle zone di lunga sosta, così come bisogna evitare passaggi sui muri di confine con le varie camere da letto. Un esempio potrebbe essere la parete della cucina con le spalliere del letto.

Mantenere distanze maggiori dai vari corpi elettrici è una buona strategia da utilizzare.

In questo caso, quindi, è importante evitare l’esposizione dei campi elettromagnetici nelle zone di sosta maggiore, come appunto le camere da letto.

 

Quali tecniche è possibile applicare?

Vi sono diverse tecniche utilizzabili:

  • la prima tecnica consiste nell’installazione del disgiuntore, chiamato anche BIO-SWITCH (commutatore). Questo elemento permette, allo spegnimento delle luci, e quindi senza carico sulle linee, l’apertura dei circuiti collegati. Una volta riaccese le luci, o collegate le spine, in maniera automatica verrà richiuso il circuito elettrico. In pratica permette di dormire senza campi magnetici o elettrici circostanti. Bisogna fare attenzione ad un unico dettaglio: sulla linea del disgiuntore è necessario non tenere apparecchiature a funzione continua come frigoriferi o caldaie.
  • la seconda tecnica consiste nell’utilizzo di cavi schermati. L’utilizzo di impianti domotici è un ottimo metodo per utilizzare impianti Bio-Compatibili, dovuto al fatto che i conduttori con termine sugli apparecchi di comando hanno un’alimentazione a 24 Volt. Il passaggio dei conduttori di potenza può essere effettuato transitando in zone distanti da quelle di lunga sosta, con eventualmente l’aggiunta di funzionalità utili, ad esempio il timing per determinati apparecchi.

 

In ogni caso risulta importante evitare sovradimensionamenti inutili di prese o circuiti, cercando piuttosto un’ottimizzazione della distribuzione. Questo farà sì che vi sia un risparmio importante, utile per coprire gli inevitabili costi maggiori dovuto alla costruzione di questa tipologia di impianti.

Infine, non meno importante, è essenziale ridurre il consumo di elettricità, in quanto in quest’epoca stiamo assistendo letteralmente ad un suo abuso.